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Bimbimbici
e la sicurezza dei bambini sulla strada |
Di Romano Puglisi (Pedale Verde - Roma, associazione aderente alla
FIAB onlus)
Tratto dall'introduzione del libro "treni & bici Lazio" - Volume 1,
pubblicato da Ediciclo editore (FIAB onlus, Pedale
Verde-Roma, FS, Regione Lazio-Assessorato all'Ambiente).
Chi si accinge a portare con sé i propri
figli in bicicletta fa una scelta importante e di grande responsabilità. Importante per
il bambino, che potrà assaporare la gioia di andare in bicicletta, di provare
lemozionante sensazione di viaggiare allaria aperta, a velocità duomo,
facendosi scivolare accanto il paesaggio, mantenendo un rapporto vivo e diretto con esso.
Vivere lambiente naturale che ci circonda, gli animali, ascoltare i suoni della
natura e delle attività delluomo nei campi, percepirne gli odori. Non è poco se si
pensa allesperienza di viaggio in automobile, dove tutto sembra scorrere lontano ed
indifferente di là di una vetrina. Ma è anche una scelta di grande responsabilità per
il genitore, perché il bambino è un soggetto estremamente vulnerabile di fronte allo
sfrecciare delle automobili, tanto più che gli spazi solo per le bici sono davvero
ristretti. Questo crudo realismo non dovrebbe però scoraggiarci perché, comè
stato già detto più sopra, in effetti, nella nostra regione, di strade tranquille per
andare in bicicletta, ve ne sono molte: il problema è che per esse non vi è nessuna
segnaletica. Questa guida ha lo scopo di colmare, con molta modestia, questa lacuna.
Itinerari che, come è stato detto, noi stessi abbiamo percorso, ricercandoli prima sulla
carta e poi sperimentendoli sul posto.
E chiaro però che il genitore può fare molto per aumentare la sicurezza del bambino, e vediamo come.
Innanzi tutto bisogna fare una riflessione per valutare se la nostra esperienza di
ciclista sia sufficientemente ampia per prevedere tutti i pericoli che la strada offre,
perché solo in questo caso potremmo essere in grado di educare il bambino ad un corretto
comportamento.
Ricerche sulla sicurezza stradale delle biciclette, realizzate negli USA, hanno rilevato
come negli incidenti dove sono coinvolti ciclisti, sia molto rilevante il fattore inesperienza.
Infatti, è proprio tra chi usa poco ed occasionalmente la bici, che si registra una
maggiore frequenza degli incidenti, perché ha appreso solo una limitata gamma di
situazioni demergenza a cui poter far fronte. Questo dovrebbe quindi suonare come un
invito ad iniziare con fiducia ad andare in bicicletta il più costantemente possibile,
senza temere i soliti luoghi comuni della sua pericolosità sulla strada. A questo
proposito, è stato accertato in Gran Bretagna che, considerando le stesse classi di
strade, il numero degli incidenti stradali con conseguenze gravi è, percentualmente alla
distanza percorsa (rapportato naturalmente alla potenzialità relativa del mezzo), più
elevato tra le automobili che tra le biciclette. Questo dovrebbe farci riflettere sul
diffuso tabù della supposta maggiore pericolosità della bici rispetto
allautomobile.
Dando per scontato che tutti i minori debbano indossare il caschetto protettivo, prima di
andare sulla strada con il traffico, è bene dunque iniziare a far pedalare i bambini in
spazi sicuri, e solo gradualmente farli entrare in contatto con i possibili pericoli della
strada. In Germania vi è il divieto di circolazione sulla strada per bambini fino a nove
anni, a loro è consentito pedalare sul marciapiede. In assenza di normative specifiche da
noi, questo è un suggerimento per far pedalare i bambini sul marciapiede lungo tratti di
strada trafficata. Inoltre, il nostro Codice della Strada consente agli adulti di pedalare
sulla strada per file parallele accanto a bambini fino a dieci anni, e questo per
garantire una maggiore protezione dal traffico. Alcuni itinerari molto elementari, per
chilometraggio e difficoltà, sono stati opportunamente scelti privi di traffico, proprio
per permettere ai meno esperti di acquisire una certa destrezza sulla strada. Man mano si
potranno provare altri itinerari gradualmente più impegnativi, sempre sotto la nostra
attenta supervisione, facendo sperimentare loro anche il comportamento in discesa, che non
è meno insidioso. Le salite si potranno sperimentare con altrettanta gradualità ed
eventualmente saranno loro stessi che chiederanno di provarne di più impegnative.
Per il chilometraggio è sorprendente
verificare la resistenza dei bambini, che pure dopo molti chilometri, approfittano per
giocare, mentre gli adulti riposano. La distanza che potranno percorrere è quindi un
fatto molto soggettivo, che dipende dalla costituzione del bambino, dalla frequenza con la
quale usa la bici e soprattutto dalla motivazione a pedalare che può essere molto
stimolata dalla presenza di altri coetanei. Personalmente ho conosciuto bambini di cinque
anni che pedalavano fino a 35-40 chilometri ed uno di nove che ha pedalato addirittura
fino a 100! Ma senza andare a ricercare casi limite, la media cui possiamo far riferimento
è sicuramente inferiore: qualsiasi bambino di prima elementare è in grado di coprire una
distanza fino a 10-15 chilometri; la distanza di 20-30 chilometri potrà essere sopportata
senza difficoltà da bambini fino a dieci anni, poi, a quelli che frequentano la scuola
media, si potrà anche far provare un chilometraggio superiore, fino a 50-60 o più
chilometri, considerando sempre unorografia di media difficoltà.
Comunque, una cosa che il genitore non deve dimenticare mai, quando intraprende un viaggio
od una passeggiata in bicicletta con il proprio bambino, è che le esigenze e le motivazioni di questi non sempre coincidono con i nostri
ritmi e tempi di viaggio, ispirati da una logica pratica e razionale
dadulto. Il viaggio quindi dovrà essere programmato molto flessibilmente e deve
prevedere in genere, tempi più lunghi di percorrenza, per permettere occasionali soste.
Questo vale anche, e soprattutto, nel caso che i bambini siano passeggeri sulla nostra
bicicletta. |