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Il
"CAMINO DE SANTIAGO" in bicicletta con un bimbetto. |
 di Raffaella Traniello,
Andrea Deganutti e Valentino
Autunno 1998
Il Camino de Santiago ci
attirava da più di qualche anno. Con un gruppo di amici progettavamo di percorrere in
bicicletta l'itinerario dello storico pellegrinaggio di quasi 700/800 chilometri, dal
versante francese dei Pirenei a Santiago di Compostela, capoluogo della regione spagnola
della Galizia.
Nel frattempo è arrivato Valentino e con lui le prime defezioni degli aspiranti
pellegrini. Quando il gruppo sè ristretto a noi tre, ci siamo detti: "Perché
no?"
Abbiamo fatto un bilancio, calcolando le possibili difficoltà, la lunghezza del percorso
e la giovane età del nostro frugoletto. Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo deciso
che, con unattrezzatura adatta il Cammino di Santiago era un avventura
possibile.

Sosta a Burgos
Cominciammo a
studiare i trailers portabambini, scegliendo infine quello che ci sembrava più
sicuro (baricentro basso, attacco di sicurezza antiribaltamento
), con il miglior
spazio cargo, telaio di alluminio e facilità di smontaggio. In occasione di un
viaggio negli USA comperammo un BURLEY (Burley dLite) a due posti, dotato di
copertura leggera (con zanzariera) o impermeabile contro la pioggia ed il vento.
Al momento di partire, Valentino non era ancora in grado di stare seduto autonomamente.
Seguendo un consiglio ricevuto via Internet, fissammo allinterno del trailer
un seggiolino da macchina di polistirolo ad alta densità (leggerissimo, reperito in
Inghilterra).
Qualche passeggiata ed un week-end di prova in Toscana ci convinsero della sicurezza del
mezzo.

Un rifugio per pellegrini
Come abbigliamento
comperammo tutine di pile (fleece) per corrispondenza, da ditte straniere con
cataloghi molto forniti di attrezzature per bambini.
Ipotizzavamo di dormire nei Rifugi per pellegrini, disseminati lungo il percorso. Sapevamo
che avremmo trovato sistemazioni molto semplici. La nonna inventò e costruì un lenzuolo
a sacchetto, con cerniere, per evitare che Valentino potesse cadere da un letto senza
sponde, dal momento che, supponevamo, non avremmo trovato culle.

Prima tappa: Roncisvalle, siamo già nella storia
medievale
Allarrivo
dellautunno (stagione scelta per evitare gli affollamenti ed il calore
dellestate) Valentino avrebbe avuto 6 mesi e mezzo. Decidemmo di mantenere
lallattamento esclusivo al seno fino alla fine del viaggio, aspettando a proporre
qualsiasi cibo solido.
Avevamo progettato una pedalata di 15 giorni, ma abbiamo finito per dedicarvi 3 settimane.
Quando siamo partiti, non sapevamo se saremmo mai arrivati: eravamo disposti a rinunciare
se ce ne fosse stato il bisogno. Invece poi, affrontando il viaggio giorno dopo giorno,
chilometro dopo chilometro, le difficoltà ci apparivano simili a quelle di una
passeggiata.
Anche se non sono mancati i momento difficili, come una discesa lunga 20 chilometri, da
1300 metri di quota (El Cebreiro), in un gelido giorno di pioggia o un vento
contrario a volte così forte da rendere difficile perfino lequilibrio sulla
bicicletta. Inoltre ci è accaduto talvolta che Valentino chiedesse una sosta per mangiare
od essere cambiato proprio in momenti così critici. Generalmente in queste situazioni
riducevamo la lunghezza delle tappe.
Lelasticità organizzativa è stata una delle chiavi della perfetta riuscita del
nostro viaggio.

La solitaria basilica di San Juan de Ortega
"Està
como un rey!" dicevano gli spagnoli vedendo Valentino sorridere, comodamente
seduto nel carrello porta bambini (carrito per gli spagnoli). Lungo il percorso
dormiva cullato dalle leggere vibrazioni del moto oppure giocava armeggiando con oggetti
vari, anche nelle condizioni meteorologiche più avverse. Le soste erano frequenti, per
permettergli di "sgranchire" un po le gambette, per qualche coccola o per
un po di latte di mamma. Durante le soste nei rifugi per pellegrini Valentino era al
centro dellattenzione, coccolato e vezzeggiato da tutti: quasi una mascotte
del Camino de Santiago!
Nel complesso la vita movimentata allaria aperta, con la presenza continua di mamma
e papà, lo ha reso più allegro, facendo quasi scomparire la necessità di piangere.

Arrivo a Santiago
Lallattamento
si è rivelato una grande agevolazione: il latte di mamma è un cibo caldo sempre a
disposizione anche nei giorni freddi, una consolazione efficace per bimbi affranti, un
sonnifero naturale per la sera, una protezione di anticorpi contro le malattie. Imparare
ad allattare con discrezione ha aumentato le nostre libertà. Raffa ha allattato ovunque:
per strada, al ristorante, in chiesa.
Lavere con noi Valentino durante il viaggio ci ha spesso facilitato.
Abbiamo ricevuto appoggi ed aiuti grazie alla sua simpatia.
In un freddo giorno di pioggia ci è stato aperto il rifugio con due ore di anticipo solo
perché Valentino doveva mangiare.
Non siamo mai usciti da un negozio senza un dolcetto offerto a Valentino.
Un hospitalero (gestore volontario di un rifugio per pellegrini) è arrivato
addirittura ad offrirci una ricchissima colazione pur di trascorrere ancora qualche
mezzora con Valentino.
Al ristorante non è mai stato un problema intrattenere Val, dal momento che puntualmente
la cameriera di turno lo prendeva in braccio e lo portava a spasso per le cucine.
Valentino ha trovato tanti amici lungo il cammino, pellegrini e non, che lo hanno
coccolato e divertito.

Sulla strada
Il nostro viaggio
è sembrato a molti un azzardo. In realtà, secondo noi, solamente si discosta
dallodierno stile di puericultura, dettato più da interessi commerciali che dalla
ragione o dai ritmi della Natura. Questa esperienza ci ha insegnato che molti dei bisogni
dei bambini che ci frenano di fronte al viaggiare, sono falsi. Se le comodità di oggi
rendono schiavi, noi preferiamo ricordare come i nostri nonni hanno allevato i loro
bambini.
Dello stesso parere sono i genitori di Ronja, una stupenda bimba tedesca incontrata sul "Camino"
che ha cominciato il suo viaggio dal centro della Francia a 3 mesi, viaggiando in una
carrozzina modificata come "fuoristrada" e spinta a piedi dai genitori,
giungendo a Santiago dopo 4 mesi.
Con la famiglia di Ronja (che oggi ha 2 anni e mezzo) siamo andati in vacanza
questestate, pedalando in Slovenia per una settimana. Nel loro carrello portabimbi,
però, accanto a Ronja questanno cera anche Finn (1 anno e mezzo).
Invece Valentino (2 anni e mezzo) ha avuto il trailer tutto per sé, dal momento
che il nostro secondo figlio viaggia ancora
nella pancia della mamma!
Raffaella Traniello
Andrea Deganutti
Valentino e
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