|
CICLOTURISMO e BAMBINI: un binomio possibile? |
di Andrea Scagni (Rho)
1996: nascita della nostra prima (e per ora unica) figlia, Flavia. Per
noi appassionati cicloturisti ovviamente un evento che ci ha costretto
a ripensare la scelta e l'organizzazione delle vacanze estive, all'epoca
gia' legate ormai da vari anni alla bici. Alla nascita di Flavia, infatti,
eravamo reduci da una sequenza di vacanze ciclistiche piuttosto impegnative:
- periplo costiero della Bretagna francese (luglio, 15 giorni);
|
- periplo costiero completo delle "dita" irlandesi da cork a Shannon
(agosto, 18 giorni)
|
- Danubio tedesco dalle sorgenti a Passau (luglio 16 giorni)
|
- tour in mountain bike del Sinai (Egitto) (marzo, 8 giorni)
|
- tour della Costa del sol in Spagna da Malaga a Granada (maggio, 8
giorni)
|
|
Questi (ed alcuni altri) viaggi erano tutti stati completamente
autogestiti,
con prenotazioni alberghiere effettuate di giorno in giorno sul posto,
bagagli completamente al seguito, ecc. (eccetto il Sinai).
Ci rendevamo conto che la nascita di Flavia mutava la nostra situazione,
ma non ci siamo persi d'animo. Con il lieto evento arrivato il 29 maggio
1996, per quell'anno ovviamente non c'erano concrete possibilita' e ci
siamo quindi messi il cuore in pace: per un anno avremmo fatto "pausa"
piu' o meno completamente.
L'estate successivo Flavia aveva ormai la bellezza (si fa per dire)
di un anno e due mesi. Era ancora presto per lunghe avventure in bicicletta
- inoltre senza esperienze alle spalle, non sapevamo se e quanto avrebbe
gradito l'idea di andarsene in giro attaccata al seggiolino con tanto di
cinture di sicurezza. Siamo quindi andati in ferie in una localita' in
cui si potesse andare in bici liberamente e piacevolmente, con clima fresco
e salubre (in luglio), cioe' Livigno, dove la valle e' coperta da una capillare
rete di piste ciclabili e una miriade di sentieri possono essere percorsi
in mountain bike con difficolta' tecniche irrilevanti (naturalmente con
vari dislivelli....). Per puro caso poi ci e' capitato di soggiornare presso
il residence-albergo dove allaggiava per un periodo di allenamenti niente
po' po' di meno che Paola Pezzo (Lei, la ragazza del doppio oro olimpico!).
Noi pedalavamo sulle ali dell'entusiasmo .... emulatorio!
La scelta diede risultati positivi: Flavia sopportava bene il seggiolino
ciclistico, e dato il suo peso contenuto io potevo affrontare pendii anche
significativi senza gravi difficolta'.
Con l'anno successivo siamo ritornati ai passati splendori, per quanto
con molta piu' attenzione alla programmazione e "tranquillita'" del viaggio.
In particolare i cambiamento hanno riguardato:
- pianificazione del percorso concordato con l'ente del turismo locale,
con alloggio in alberghi e pensioni gia' prenotate e di qualita' sempre
dignitosa;
- servizio di trasferimento bagagli, che permettesse di avere a disposizione
vestiario in quantita' per Flavia anche in casi di emergenza. Con la bambina,
non solo i bagagli aumentano a dismisura perche' risulta difficile "economizzare"
all'osso come nel caso degli adulti; diminuisce anche lo spazio per trasportarli,
dato che la bici che porta il bambino difficilmente puo' portare quantita'
significative di bagagli.
- chilometraggi relativamente piu' contenuti, per poter inframezzare
il tempo passato in bici con frequenti soste, e in particolar modo fronteggiare
gli eventuali momenti di sonno del bambino (a due-tre anni il sonnellino
pomeridiano e' pressoche' d'obbligo).
Con tali accorgimenti nei due anni successivi abbiamo felicemente occupato
le vacanze come segue:
1998: Tour del Sud Olanda
Abbiamo contattato via Internet l'ufficio del turismo locale di
Dordrecht,
cittadina di medie dimensioni, che ci ha proposto un giro di alcune delle
piu' belle località dell'Olanda meridionale (Delft, Leiden ecc.).
La Flavia era gia' stata abituata da alcune passeggiate nei dintorni di
casa.... e non ci ha tradito! Anzi ogni mattina sembrava desiderosa di
salire sulla bici, nonostante il seggiolino per bimbo propinatoci dai civilizzatissimi
olandesi fosse terribile: praticamente un cuscino quadrato con intorno
un tubo di ferro, che doveva fungere sia da schienale (dietro), che da
cintura di sicurezza (davanti). Abbiamo dovuto arrangiarci, usando uno
spesso cartone coperto con un asciugamano come schienale, e un marsupio
svuotato e abilmente legato al seggiolino quale cintura di sicurezza. Come
accennavo, a due anni e qualche mese Flavia manteneva la (sana) abitudine
del pisolino pomeridiano: in Olanda non era però un grosso problema,
ovunque ci trovassimo in trasferta a quell'ora, un prato adatto a fare
la "siesta" era sempre nelle immediate vicinanze. Certo in altri luoghi
(Italia ad esempio), trovarsi in giro con una bimba da "adagiare" con urgenza
molto spesso potrebbe costituire un bel problema.... ma non in Olanda,
dove il prato pulito e lussureggiante e' un elemento costante del paesaggio.
L'altro temuto problema, cioe' il maltempo, che con bambini al seguito
rende assai più apprensivi (specie se si tratta di pargoli così
giovani), non si è fortunatamente mai manifestato: come si nota
nelle foto, era semmai la calura a metterci in crisi.... i giovani olandesi
passavano infatti le giornate
a
tuffarsi nelle acque marroni dei loro canali per rinfrescarsi.
Il vantaggio del bel tempo era ancora più rilevante considerando
che, a differenza dei nostri precedenti tour "improvvisati" dove tempi
distanze e mete potevano essere modificati in continuazione, un viaggio
semi-organizzato come il nostro in Olanda ti costringe in genere a coprire
le tappe previste ad ogni costo: se la mattina ti svegli e fuori dalla
finestra c'è il finimondo, bisogna prendersela con filosofia e mettersi
in sella come se niente fosse. Basta infatti un giorno di ritardo per far
saltare a catena tutta la sequenza di prenotazioni prestabilita, e questo
spesso vuol dire che il giorno dopo nello stesso albergo non c'è
più posto.
1999: Tour classico del Danubio austriaco da Passau a Vienna.
L'anno dopo, forti dell'esperienza acquisita, puntiamo alla vacanza
ciclistica "per eccellenza", il Danubio austriaco appunto. Anche in questo
caso il tour prevede alloggi prenotati su tutto il percorso, con ritmo
periodico di tre giorni in
sella
e uno di fermata, eanche in questo caso è organizzato dal locale
ufficio del turismo (Alta Austria). Questa volta per la Flavia c'e' un
seggiolino degno di questo nome, con tanto di poggiatesta; Tuttavia con
un anno di età in più (ora 3 in tutto) maggiori erano le
necessità di rendere meno monotona la giornata in bicicletta per
Flavia, con fermate praticamente a tutti i parchi giochi che venivano
avvistati lungo il percorso. Anche la pioggia si fa sentire un po' di più
con qualche acquazzone, da cui usciamo bene grazie all'ampia e efficiente
mantella che usa la Flavia. L'organizzazione è buona ma non eccezionale,
in una tappa (succintamente indicata come tale dai nostri foglietti illustrativi)
ad esempio giunti nella ridente cittadina non riuscivamo a trovare la nostra
pensione da nessuna parte. Nel girare da cima a fondo il paese, però,
ci rallegravamo perchè esso era molto bello e avrebbe permesso una
interessante visita in serata. Il problema tuttavia restava: del nostro
albergo nessuna traccia. Alla fine ci siamo decisi e siamo andati a chiedere
se ne sapessero qulacosa ai gestori di un altro albergo, i quali si sono
messi a ridere con sguardo compassionevole (?!?!) e ci hanno detto di non
preoccuparci, ci avrebbero pensato loro a chiamare i nostri albergatori.
Eh
sì, perchè il nostro albergo era agli estremi (ma sul serio)
limiti del territorio comunale, a 12 chilometri di distanza dal centro
abitato e alla fine di un'erta salita con dislivello di circa 400 metri,
che in teoria avremmo dovuto fare a chiusura della nostra tappa dopo i
precedenti 78 km e senza che nessuno ce l'avesse fatto sapere, né
a voce né scrivendolo sui foglietti illustrativi che ci guidavano.....
2000: Cornovaglia (UK)
Per l'estate appena conclusasi, tenendo conto anche del fatto che Flavia
continuava a crescere (e quindi aumentava di peso) abbiamo scelto la Cornovaglia,
che volevamo visitare da tempo, prima che Flavia diventasse autonoma. La
scelta appariva più problematica delle precedenti per due motivi:
i dislivelli presenti, e la frequenza delle pioggie atlantiche. A ciò
si è aggiunta la difficoltà di trovare qualcuno che organizzasse
tour simili a quelli svolti in Olanda e Austria.... la Cornovaglia non
è una "classica" meta ciclistica. In ragione di tutto ciò
ci siamo orientati per una sistemazione stabile, presso un alloggio/noleggio
bici che ci offriva una scelta tra moltissime gite ciclistiche giornaliere,
alcune con partenza e arrivo dall'alloggio, altre con partenza e/o arrivo
altrove ma con il gestore che ci "raccattava" con furgoncino e ci riportava
alla base. I vantaggi di tale soluzione per la bimba erano molteplici:
nessuna necessità di muoversi a tutti i costi sotto acquazzoni oceanici;
possibilità di gite brevi quando la Flavia aveva una giornata "storta",
ecc. Nessun vantaggio per quanto riguarda i dislivelli, sempre brevi ma
generalmente estremamente ripidi (le strade italiane, anche di montagna,
sono costruite con pendenze più lievi - dove in Italia troveresti
un paio di tornanti, in Cornovaglia la strada è dritta.... affronta
sempre "di petto" il dislivello!).
A
ciò va aggiunto che la Flavia, con ormai 4 anni suonati pesava ben
più che in precedenza (20 Kg. seggiolino compreso). In compenso
abbiamo avuto occasione di provare (a noleggio giornaliero) un ritrovato
tanto diffuso all'estero quanto introvabile in Italia, che gli inglesi
chiamano "trailer-bike" (vedi foto). La Flavia era entusiasta! Ho potuto
effettivamente fare alcuni tratti pianeggianti "spinto" dalle sue pedalate;
in compenso la difficoltà di manovra è ovviamente superiore
- ad esempio per fare retromarcia da fermi e imbroccare la direzione giusta
occorre concentrarsi a fondo sulla "geometria" del mezzo, esattamente opposta
a quella di una bicicletta normale.....
2001: la Flavia cresce.....
...... e cresce la fatica nel trasportarla! Plausibilmente questa sarà
l'ultima estate in cui una vacanza potrà essere organizzata intorno
al binomio bici+seggiolino (per la biciautonoma è ancora presto,
a meno di tagliare radicalmente i chilometraggi - sotto i 10 km giornalieri!).
I dislivelli significativi sono da evitare, e stiamo meditando se passare
direttamente alla "trailerbike" noleggiata per tutto il percorso (probabilmente
in Danimarca). Nel frattempo per Pasqua abbiamo fatto un allenamento con
un viaggio di una settimana nell'isola di Rodi (cinque giorni in bici su
sei). Ehi, si riescono a fare salitelle di qualche Km. anche con 22 Kg.
di figlia a carico! Unico rilevante problema: la Flavia insisteva a tutti
i costi per andare ad ogni spiaggia o spiaggietta incontrata sul percorso
- richiesta ciclisticamente impegnativa quando la strada è in cima
ad una scogliera e le spiagge le vedi sempre come striscioline gialle "laggiù
in fondo" (tipo quella della foto).
Beh, la storia finisce qua (per ora). Come ogni storia, anche questa
ha la sua morale...... ragazzi, forza con quei seggiolini, scaldate
i muscoli, ingranate un paio di marce più corte del solito e via! |